Per evitare la follia molti seppelliscono sotto quintali di cenere e macerie i palpiti, gli ardori e i lamenti, gli incubi, gli amori, i fremiti, le ossessioni. Lui è là sotto e scava, come un minatore, e poco a poco porta in superficie corpi multicolori, urla e risa, violenze fatte, subite o semplicemente immaginate, per amore o per voglia. Le cose diventano vive e pulsanti mentre l’umanità si fa oggetto posato sul tavolo della natura, come un corpo estraneo. Brani di vita, acquerelli, macchie di carne chiara e la morte come tranquilla uscita dalla disperazione quotidiana. Ma anche ironia, perché si sa: “Lo stolto non vede lo stesso albero che vede il saggio” e per questo lo stolto non fugge il dolore, lo vive e ci sorride intorno. Lo stolto è insieme vittima e carnefice, li comprende entrambi e con entrambi piange e ride. Ma loro lo inchiodano al suo albero caduto come un moderno Cristo. E tu, sei stolto o saggio? Ruggiero Flora nasce, per caso e con una i di troppo, a Desio il 17 novembre del ’43 mentre cadono le bombe della seconda guerra mondiale. Dopo un’infanzia sul Garda e un diploma di ragioniere conseguito a fatica, si sposa e ha due figli. Emigra dapprima in Germania e poi in Brasile, ma torna in Italia e per caso trova lavoro in banca. Quasi per conseguenza diventa, ed è tuttora, sindacalista. Abita a Brescia con la famiglia, cinque gatti e due cani. Frugando su Internet incontra ExCogita e da quell’incontro è nato questo libro. |